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Facebook: sette (buoni) motivi per chiudere il profilo

Pubblicato su da Grunf

Hai mai pensato alla tua vita senza Facebook? Hai mai pensato che dopo anni passati fra i corridoi del social network di Mark Zuckerberg forse sia arrivato il momento di cambiare aria?

Probabilmente no. Probabilmente la paura di perdere di vista i tuoi amici non ti ha mai fatto prendere in considerazione questa eventualità. Eppure, forse, dovresti cominciare a pensarci.

Perché? Per almeno sette buoni motivi:

1. FACEBOOK È UNA GROSSA PERDITA DI TEMPO

Passi sempre più ore della tua settimana su Facebook, non perdi occasione per dare una controllatina allo status dei tuoi amici, insomma sei quello che gli anglosassoni definirebbero Facebook-addicted. C’è chi dice sia colpa di una vera e propria distorsione nell’utilizzo del mezzo, ormai sempre più simile a una carta di credito : ti incoraggia a spendere più tempo di quello che hai effettivamente.

2. TUTTA LA TUA VITA SOCIALE ORMAI GIRA INTORNO A FACEBOOK

Un tempo uscivi spesso, conoscevi gente e passavi con loro tempo di qualità . Poi ti sei convinto che avresti potuto fare le stesse cose comodamente seduto su una sedia davanti allo schermo di un PC. Oggi hai il triplo degli amici di un tempo ma nessuno coi quali hai un rapporto vero.

3. LA TUA AUTOSTIMA È SOTTO I TACCHI

Il tuo migliore amico è costantemente in viaggio nei posti più esotici del mondo, i tuoi compagni del liceo hanno un lavoro migliore del tuo, più in generale sei circondato da persone che sembrano più felici di te. Insomma, da quando sei su Faceobook, il tuo ego non è mai stato così sgonfio. Lo conferma anche uno studio scientifico : per il 50% degli utenti l'erba del vicino è sempre più verde, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto fisico. Un tempo erano le riviste di moda e le pubblicità in tv ad abbassare l’autostima, oggi la pressione sociale corre su Facebook.

4. DIVENTI SEMPRE PIÙ INVIDIOSO

Se l’autostima decresce, l’invidia cresce in modo proporzionale. Un altro studio dell’Università di Berlino di Humboldt ci spiega che addirittura una persona su tre si sentirebbe più frustrata e insoddisfatta della propria vita dopo aver navigato su Facebook. Se questo non è un buon motivo per chiudere il profilo....

5. FACEBOOK PUÒ ROVINARTI IL CURRICULUM...

Ormai non è più un mistero: i responsabili della ricerca del personale cercano (e trovano) su Facebook quei dettagli che non sono presenti sui curriculum. Secondo alcuni studi, addirittura, il 69% dei selezionatori ha rifiutato in passato una candidatura sulla base di ciò che ha visto sul profilo Facebook del candidato. Se pensi di non aver nulla da nascondere ti sbagli. Chi lavora nelle risorse umane è abituato a leggere fra le righe...

6. ...E LA VITA DI COPPIA

Hai voglia a chiamarla gelosia. La verità è che Facebook ti sta trasformando in un vero e proprio stalker dell’era moderna: segui ossessivamente il tuo partner in tutte le sue attività social e, guarda caso, trovi sempre qualcosa di inopportuno. Se ami il quieto vivere, anche nelle relazioni amorose, allora hai sbagliato posto.

7. PRIVACY, QUESTA SCONOSCIUTA

Trovare la privacy su Facebook è un po’ come pretendere le scuse da Fonzie. Impossibile. E le prospettive per il futuro sembrano tutt’altro che rosee. L’arrivo di Graph Search, il motore di ricerca annunciato da Mark Zuckerberg, potrebbe trasformare il tuo profilo in un autentico colabrodo, pronto a dare in pasto i tuoi dati personali agli squali del marketing. Ti piace?

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Sigarette elettroniche, sequestrati 70.000 flaconcini di nicotina sintetica

Pubblicato su da Grunf

I militari dei Nas di Torino hanno sequestrato circa 70 mila flaconcini di nicotina sintetica provenienti dalla Cina. La merce sequestrata, del valore di 380 mila euro, era pronta per essere immessa sul mercato da una ditta torinese operante nel settore. La principale violazione contestata riguarda l’etichettatura inadeguata, in particolare per l’assenza di istruzioni in italiano e l’assenza del numero di telefono del responsabile dell’immissione in commercio del prodotto, classificato come pericoloso.

La nicotina sintetica liquida è estremamente pericolosa (venefica) nei casi di ingestione o contatto con la pelle per cui la manipolazione del prodotto, ad esempio nel momento della ricarica di una sigaretta elettronica, è un momento critico per il quale è sempre consigliabile l’utilizzo di guanti protettivi in lattice, così come viene riportato nelle etichette di tali liquidi. Le problematiche relative alle sigarette elettroniche si riferiscono all’assenza della marchiatura CE che garantisce la qualità costruttiva della stesse, mentre le irregolarità riscontrate sulle etichette dei liquidi concernono i “consigli di prudenza” obbligatori, spesso mancanti, le “frasi di rischio” necessarie e non riportate, le dimensioni dei “pittogrammi di pericolo”, normalmente risultate inferiori a quelle prescritte dalla normativa vigente.

Si stima che le principali società operanti in Italia nel settore della produzione di liquidi per sigarette elettroniche riescano a produrre giornalmente circa 150.000 flaconi, a fronte di un fabbisogno giornaliero corrispondente a circa il doppio, per gli oltre due milioni di “svapatori” (fumatori di sigarette elettroniche) italiani. Questo fenomeno crea la necessità per il consumatore di acquistare i liquidi on line, dalla Cina o da siti che comunque commercializzino prodotti cinesi, ovvero di rifornirsi presso negozi specializzati che acquistino anch’essi con le stesse pericolose modalità, in quanto i prodotti acquistati on line, destinati al mercato mondiale, non offrono le garanzie che sono obbligatorie per la normativa vigente in Italia.

Solo nella Provincia di Torino sono sorti ed operano circa 130 negozi specializzati, che si occupano esclusivamente dell’approvvigionamento e della vendita di quanto necessario per le esigenze dello “svapatore”. Un flacone di liquido da dieci millilitri con o senza nicotina e variamente aromatizzato costa mediamente sul mercato dai 5,5 ai 6 euro a fronte di un costo di produzione irrisorio, atteso che l’ingrediente più caro utilizzato, la nicotina liquida, ha un costo variante dai 70 ai 500 euro al chilo (a seconda che si tratti di produzione cinese europea o di produzione europea). È evidente il vantaggio economico di una attività imprenditoriale che si occupi di produrre liquidi per sigarette elettroniche con o senza nicotina.

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Disoccupazione all'11,9%, è il top dal 1999 In un anno mezzo milione in più senza lavoro

Pubblicato su da Grunf

MILANO - Nuovo record certificato dall'Istituto di statistica per quanto riguarda il tasso di disoccupazione in Italia. Secondo i dati provvisori rilasciati stamane dall'Istat, il tasso a dicembre è salito all'11,2%, in rialzo di 0,1 punti percentuali rispetto a novembre e di 1,8 punti su base annua. Il dato resta ai massimi da gennaio 2004, quando sono iniziate le serie mensili dell'Istat, e al top dal primo trimestre del 1999, guardando invece alle trimestrali. Nell'ultimo mese dello scorso anno il numero di disoccupati ha raggiunto quota 2 milioni e 875 mila persone, 4 mila in più rispetto a novembre. Su base annua la disoccupazione è cresciuta del 19,7% (474 mila unità in più), e - nota l'Istat - "l’aumento interessa sia la componente maschile sia quella femminile".

Va leggermente meglio invece sul fronte dei giovani. Le persone in cerca di lavoro tra i 15 e i 24 anni sono infatti 606 mila e rappresentano il 10% della popolazione in questa fascia d’età. Il tasso di disoccupazione giovanile, cioè l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca di lavoro, è al 36,6%, in calo di 0,2 punti rispetto a novembre e in aumento di 4,9 punti nel confronto tendenziale. Sempre rilevante invece il fenomeno di chi neppure cerca lavoro: il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni è aumentato dello 0,6% mensile a dicembre e il tasso sul totale della popolazione si attesta al 36,4%, in crescita di 0,2 punti in termini congiunturali e in diminuzione di 0,6 punti su base annua. Quasi quattro italiani su dieci, cioè, non hanno lavoro e non lo cercano.

Quanto alle differenze di genere, si conferma un trend registrato nel recente passato che vede "meno sfavorite" le donne. Rispetto a novembre, infatti, la disoccupazione di dicembre è aumentata dello 0,8% per la componente maschile e diminuita dello 0,7% per quella femminile. In termini annuali la disoccupazione è cresciuta sia per gli uomini (+22,0%), che per le donne (+17,1%), ma ad un ritmo inferiore per queste ultime.

Sul fronte opposto, cioè quello dell'occupazione, alla fine dello scorso anno gli occupati sono risultati 22 milioni e 723 mila persone, in diminuzione dello 0,5% rispetto a novembre (-104 mila) e dell’1,2% su base annua (-278 mila). Il calo dell’occupazione riguarda sia gli uomini sia le

donne e porta il tasso di occupazione al 56,4%: si tratta del dato più basso da gennaio 2004 (inizio serie storiche mensili) e dal primo trimestre del 2001 se si guardano le serie storiche trimestrali. Il tasso di occupazione maschile, al 66%, diminuisce di 0,2 punti rispetto a novembre e di 1 punti su base annua. Quello femminile, pari al 46,8%, cala di 0,3 punti in termini congiunturali e di 0,2 punti rispetto a dodici mesi prima.

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Finalmente ho ritirato l'Ape dopo mesi... :)

Pubblicato su da Ugo Pennati

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Una puzza insopportabile invade l'aria di Novara: indagini dell'Arpa

Pubblicato su da Grunf

NOVARA, 31 GEN – Un odore molto forte e fastidioso si sta percependo, già a partire dalla serata di ieri, mercoledì 30 gennaio, in diverse zone di Novara. Un miasma particolarmente intenso e che, in alcuni momenti, dà anche molto fastidio.

Le prime avvisaglie di questo odore si sono avute mercoledì sera intorno alle 21, nella zona di Sant’Agabio. Oggi, giovedì 31 gennaio, però, il miasma è stato percepito e immediatamente segnalato anche in altre aree della città, dalla zona dell’ospedale Maggiore sino in pieno centro, ma anche altrove, come a S. Rita o nell’area dell’ex villaggio Tav. Moltissime le segnalazioni giunte ai centralini dei Vigili del fuoco e dei Vigili urbani.

L’odore, almeno a ieri sera, ricordava molto quello dello zolfo. Nella giornata di oggi, il cattivo odore, stando ai racconti e alle segnalazioni di molti cittadini, sembra più vicino a quello di liquami riversati nei campi.

Non appena giunte le segnalazioni, nella zona di S. Agabio, dove si trovano diverse aziende, si sono portati i vigili urbani e l’Arpa, che, alle 19,20, era ancora fuori, per cercare di capire l’origine dell’odore e di cosa concretamente si possa trattare. “Al momento è escluso che si tratti di un’azienda del Polo di S. Agabio – spiega il comandante della Polizia municipale, Paolo Cortese – Sono state effettuate tutte le verifiche e questo è stato escluso. Al momento si pensa possa essere un odore proveniente dalla zona del Trecatese”.

Difficile, per ora, capire da cosa sia prodotto questo insopportabile miasma. Pare, comunque, non sia nulla di tossico.

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