Lo strano caso del graffito scomparso
di Riccardo De Palo
Solitamente, il lavoro dei writer viene deprecato per numerose ragioni. Principalmente, perché vengono imbrattati spazi pubblici o privati, laddove nessuno degli artisti in questione si degna di chiedere il permesso di esporre le proprie creazioni. Ma senza sviscerare la solita questione dei murales non richiesti e delle cifre spese dai proprietari dei condomini o delle linee ferroviarie per metterci una pezza e ripulire, cosa succede se il graffito ha un valore di mercato importante? E soprattutto, a chi appartiene?
Il caso di un lavoro del celebre writer britannico Banksy, Slave Labour, è emblematico. Questo bambino intento a cucire a macchina, creato per denunciare le piaghe del lavoro minorile e della schiavitù, era comparso improvvisamente, durante i giorni del Giubileo, sul muro di un palazzo di Haringey, un quartiere a Nord di Londra. Vista l’occasione particolare, era stato anche ornato con bandiere dell’Union Jack, ed era diventato motivo di vanto per i vicini. A un certo punto, però, sono iniziati lavori intorno all’edificio, e l’area è stata improvvisamente nascosta da ponteggi e coperture. Quando gli operai se ne sono andati, i residenti hanno scoperto che il graffito era stato rimosso. Molti hanno così chiesto spiegazioni, e i proprietari del palazzo hanno risposto di avere preso provvedimenti per “preservare” l’opera.
Fin qui sembrava che il caso fosse risolto. Invece, i londinesi si sono resi conto che il graffito di Banksy sta per essere messo all’asta a Miami, dove ci si aspetta di piazzarlo per una cifra oscillante tra i 400mila e i 600mila euro. E sono cominciate le proteste.
"Banksy ha donato liberamente quell’opera alla nostra comunità, e ora ci è stata sottratta”, ha detto il capo del locale municipio, Alan Strickland, alla Bbc.
La casa d’aste non è però di questo avviso: il disegno è stato fatto su una proprietà privata, e chi la possiede può farne ciò che vuole. Meglio ricordarselo, quando l’ennesimo writer viene scovato in possesso di bomboletta e pennelli, e ricoperto d’insulti.
AGGIORNAMENTO
A causa delle proteste dei londinesi, e dopo avere sentito il parere dei propri legali, la casa d'aste ha annullato la vendita di Slave Labour e anche di un altro graffito di Banksy che avrebbe dovuto essere messo all'incanto. La comunità di Haringey ha accolto la notizia con soddisfazione. Quanto al writer, si è sempre detto contrario alla vendita delle sue opere.
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