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animalismo

BOTTICELLE, ALMENO 6 VETTURINI SU 40 LANCIANO I CAVALLI AL TROTTO

Pubblicato su da Grunf

L'UNICA ANDATURA CONSENTITA IN CITTÀ È IL PASSO

Almeno il 15 per cento dei vetturini delle botticelle non rispetta le regole, specialmente la più importante per il benessere dei cavalli: quella che indica il passo come l'unica andatura consentita ai cavalli in città. Il calcolo è presto fatto, come scrive "Repubblica", sulla base dei verbali trasmessi al Comune dalle Guardie zoofile dell'ENPA e dai dati che l'amministrazione capitolina ha fornito. Oggi sono in tutto quaranta le licenze rilasciate dal Comune di Roma per le botticelle, le tipiche carrozzelle della capitale. Erano quarantaquattro, ma tre sono scadute e il titolare della quarta è deceduto. Tra giugno e luglio gli operatori dell'Enpa hanno documentato e filmato sei casi di "trotto", nessuno riferibile alle licenze scadute: due dei postiglioni segnalati sono recidivi e rischiano una sospensione di sei mesi, gli altri ne rischiano una di tre.

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DANIMARCA, MAIALI VIVI SOTTO TIRO PER ADDESTRARE I SOLDATI INGLESI

Pubblicato su da Grunf

PETA: BARBARIE. LA DIFESA: ESSENZIALE PER I CHIRURGHI

Il ministero della Difesa britannico la definisce "una pratica necessaria". Si spara ai maiali per addestrare i medici militari. Ecco un corso di formazione medica molto discusso, chiamato "Operation Danish Bacon", suini vivi vengono feriti ad alcuni organi da tiratori scelti per simulare ciò che può succedere sul campo di battaglia ai soldati inglesi. E i dottori mettono gli animali sotto i ferri in loro. Le esercitazioni vengono svolte nelle strutture Nato di Jaegerspris, in Danimarca. Perché non in Inghilterra? A detta delle associazioni animaliste locali, in Inghilterra sarebbero illegali.

Secondo il ministero della Difesa, esercitarsi sparando ai maiali rappresenta il modo migliore per far sperimentare ai chirurghi dell'esercito "le sfide specifiche poste dalle lesioni del moderno conflitto armato". "Questo tipo di formazione offre una preziosa esperienza - rivela un portavoce del dicastero di Londra ripreso da ilfattoquotidiano.it - contribuendo a salvare molte vite". E ancora: organizzare le esercitazioni in territorio danese, senza repliche in Gran Bretagna, consentirebbe di "minimizzare il numero di animali utilizzati".

Ma il corso di formazione medica non piace a molti. In particolare, People for the ethical treatment of animals (Peta), che ha bollato gli esercizi come una barbarie. "La stragrande maggioranza degli alleati Nato del Regno Unito non spara, pugnala o smembra animali per le sue esercitazioni militari", attacca Mimi Bekhechi, direttrice di Peta Uk: "Questi esperimenti sarebbero illegali, se condotti nel Regno Unito".

Il "pig shooting", in realtà, è stato abbandonato nel 1998, quando l'opinione pubblica inglese ne è venuta a conoscenza. Ma presto la pratica è ricomincia, nel momento in cui l'esercito ha stabilito che non c'era "alcuna alternativa ugualmente efficace", e che era "del tutto appropriata, anzi, necessaria" per i chirurghi militari. Non solo: secondo la Difesa, queste esercitazioni sarebbero legali anche nel Regno Unito. "Si dovrebbe solo ottenere l'approvazione caso per caso dal ministero degli Interni", fanno sapere dal ministero.

Sta di fatto che nella base Nato in Danimarca decine di suini sono già stati utilizzati a questo scopo. Stando a quanto scrive il Mail on Sunday, gli animali avevano cerchi sul ventre per indicare ai cecchini (tre per ogni esercitazione) il punto preciso su cui sparare. Con l'accortezza - pensate - di ferirli e danneggiarne gli organi, ma non per ammazzarli.

Però, mentre i soldati britannici, dopo le cure, sarebbero salvi, i suini colpiti vengono abbattuti dopo circa due ore di agonia. "Una tortura immotivata", accusa Mimi Bekhechi. La proposta di Peta? Usare manichini al posto di animali vivi per l'addestramento della British Army. Ma la numero uno del gruppo animalista nel Regno Unito insiste: la decisione del ministero della Difesa di condurre in Danimarca questi esercizi "invasivi e crudeli" rappresenta una scelta "impossibile da giustificare sia a livello medico, che etico, che educativo".

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Ivan Graziani -♫Il lupo e il bracconiere♫ (Video)

Pubblicato su da Grunf

Con l'augurio e la speranza che cessi presto ogni forma di maltrattamento sugli animali, anche le torture legalizzate!!

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ANIMAL TESTING

Pubblicato su da Grunf

ANIMAL TESTING

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Boicotta i cosmetici trattati sugli animali...

Pubblicato su da Ugo Pennati

Boicotta i cosmetici trattati sugli animali...

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ALF Fronte Liberazione Animale Italia

Pubblicato su da Ugo Pennati

ALF  Fronte Liberazione Animale Italia

Se un uomo non e' disposto a rischiare per le proprie idee..

o le sue idee non valgono niente..

o non vale niente lui...

(Ezra Pound)

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ANAGRAFE CANINA, LA FEDERAZIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI DIRITTI ANIMALI E AMBIENTE CHIEDE LA REITERAZIONE DELL’ORDINANZA

Pubblicato su da Ugo Pennati

Reiterare l’Ordinanza contingibile e urgente concernente misure per l'identificazione e la registrazione della popolazione canina, che scadrà il 25 febbraio prossimo. Lo chiedono – con una lettera al ministro della Salute Renato Balduzzi e al sottosegretario Adelfio Elio Cardinale – i presidenti delle associazioni animaliste aderenti alla Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente (tra cui Enpa, Lav, Leidaa, Lndc, Oipa, Chiliamacisegua, Noi Animali Onlus, Sos Levrieri, Eolo a 4 Zampe, Amici Animali).

L’ordinanza – scrivono i firmatari – “chiarendo come l’inoculazione del microchip sia un atto medico veterinario, ha introdotto dal 2008, con conferma nel 2010 e nel 2012, l’obbligo della contestualità di identificazione e iscrizione in anagrafe e le innovative disposizioni che riguardano la produzione dei microchip”. Il testo “riveste un ruolo imprescindibile in termini di prevenzione dell’abbandono, di tracciabilità degli animali (tracciabilità che deve essere garantita anche ai sensi dell’articolo 12 della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia) e di contrasto al fenomeno conosciuto come traffico di cuccioli dall’Europa dell’Est”. Inoltre, il provvedimento che sta per scadere e che, secondo gli animalisti, dovrebbe essere sostituito da una legge, “ha il merito di dettare regole per l’identificazione e l’iscrizione in anagrafe uguali per tutti, superando finalmente la disomogeneità nelle direttive sul territorio nazionale, e di prevedere che i cuccioli debbano essere identificati tramite l’inoculazione del microchip entro i due mesi di vita. Così, in diversi casi, si abbattono i tempi di identificazione e si facilita la tracciabilità dei cani dei quali è vietata la vendita se di età inferiore a 2 mesi e non identificati, una misura quest’ultima indispensabile per il loro benessere etologico”.

In attesa di una legge, “che ne ricalchi i contenuti e li renda non più vincolati a continue reiterazioni di provvedimenti a efficacia limitata nel tempo”, la Federazione chiede dunque, “per evitare dannosi vuoti normativi”, la reiterazione dell’ordinanza.

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RECLAMIAMO LA LIBERTÀ DI POTER DIVIDERE SERENAMENTE LA VITA CON I NOSTRI ANIMALI SENZA CHE ASSURDI E ANACRONISTICI REGOLAMENTI POSSANO IMPEDIRLO

Pubblicato su da Grunf

"Il quadro normativo nazionale non individua restrizioni alla presenza dei nostri amici a quattro zampe, se non in particolari e limitati casi. Ecco perché sono stati impugnati, con successo, dinanzi al Tar molti regolamenti comunali che amministrazioni miopi hanno approvato, istituendo delle vere e proprie zone “off limits” per i cani. La gente lo sa e oggi è disposta a scendere in piazza per fare valere le proprie ragioni. Anche questo è il segno dell’inarrestabile rivoluzione culturale che sta attraversando la nostra società. Una realtà che mi è apparsa nella sua plastica rappresentazione anche il 6 ottobre 2012, mentre sfilavo per le vie delle città di Lodi con il mio cane al guinzaglio, insieme a tantissime meravigliose persone con i loro cani. Cittadini di ogni età e ceto sociale, con storie diverse l’una dall’altra ma tutti uniti dalla stessa determinazione a reclamare il rispetto di un diritto fondamentale: la libertà. La libertà di potere dividere la vita serenamente con coloro che considerano componenti della famiglia senza che assurdi e anacronistici regolamenti possano impedirlo. A tutti gli amministratori che ancora relegano questa materia in fondo alla loro classifica degli argomenti d’interesse, vorrei chiarire che non esistono temi di serie A e di serie B. Esistono, invece, temi che interessano alla gente e temi che interessano ai politici. Quel giorno, da Lodi, è arrivato un messaggio molto chiaro ed è partita la “rivolta contro i sindaci anti-cani”, che ha coinvolto, una dopo l’altra, tante città. Non è possibile limitare la libertà di coloro che convivono con un amico a quattro zampe con il pretesto di prevenire comportamenti dettati da pura e semplice maleducazione, violando palesemente la legge che non prevede certi divieti. E in questa direzione deve essere letta anche la norma che abbiamo voluto inserire nella riforma del condominio negli edifici: il regolamento condominiale non potrà più vietare agli italiani di condividere il proprio appartamento con un animale domestico. Si mette dunque fine ad un numero infinito di controversie che, negli anni, avevano tolto serenità a tanti italiani. Un’altra grande conquista di libertà e di civiltà. Michela Vittoria Brambilla"

Dal quarto capitolo di "Manifesto Animalista", il libro che ho scritto per i diritti degli animali. Tutti i miei proventi saranno impiegati per aiutare i nostri amici in difficoltà.

RECLAMIAMO LA LIBERTÀ DI POTER DIVIDERE SERENAMENTE LA VITA CON I NOSTRI ANIMALI SENZA CHE ASSURDI E ANACRONISTICI REGOLAMENTI POSSANO IMPEDIRLO

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USA, PETA ACCUSA PARCO IN NORTH CAROLINA: ORSI MALTRATTATI

Pubblicato su da Grunf

INDAGINE SOTTO COPERTURA. "STRUTTURA DA CHIUDERE"

Manifestazioni di violenza sugli animali, razzismo, uso di droghe e altri comportamenti illegali in un parco per gli orsi in North Carolina. Li ha scoperti un'indagine condotta da Peta. Come riporta Mother Nature Network, l'associazione animalista internazionale è stata sempre critica contro Chief Saunooke Bear Park a Cherokee, negli Usa. Ora l'organizzazione dice di avere ampie prove per dimostrare che gli addetti del parco, accusati di altri comportamenti discutibili, sono colpevoli di maltrattamento ai danni degli orsi della struttura.

"Un'indagine Peta sotto copertura ha documentato negligenza sistemica, privazioni e abusi sugli orsi", si legge in un recente comunicato del gruppo a difesa degli animali. "[Vi sono anche prove di] un responsabile della struttura che ha ammesso di una politica segreta contro l'assunzione di nativi americani", continua la nota stampa. E non solo: "Se a questo si aggiunge l'uso di droghe da parte di un dipendente, le molestie sessuali da parte di un altro, gli addetti pagati sottobanco in violazione del diritto federale, hai l'immagine del Chief Saunooke Bear Park".

Secondo l'organizzazione internazionale, il personale del parco ha privato di cibo e cure veterinarie gli orsi. Che sono presumibilmente tenuti confinati in "piccole cave desolate". E, secondo Peta, sono "molto stressati" e con "segni di sofferenza". Un video pubblicato dall'associazione internazionale sembra confermare molte delle accuse contenute nel comunicato. Per esempio, la clip mostra gli animali che tentano di rosicchiare le recinzioni metalliche e, a volte, finiscono per farsi male ai denti. Gli individui identificati nel video come membri del personale del parco, ancora, sono stai sorpresi a fare commenti razzisti sui nativi americani. Come osserva Mother Nature Network, il parco per gli orsi si trova "all'interno della riserva della Banda orientale della nazione Cherokee, l'unica tribù riconosciuta nello Stato".

Nel mese di settembre 2012, a seguito delle denunce presentate da Peta, il Dipartimento dell'Agricoltura americano ha incolpato il palco di aver commesso 14 violazioni dell'"Animal Welfare Act (AWA) per non aver fornito agli orsi un alloggio adeguato, cibo e cure veterinarie, tra altri abusi".

"Il Dipartimento ha confermato che il Chief Saunooke priva gli orsi anche dei bisogni più elementari", ha detto Delcianna Winders di Peta. "A questo parco crudele andrebbe tolta la licenza e a gli orsi dovrebbe essere permesso di essere orsi di nuovo". Peta, infine, ha fatto sapere che spera di continuare a lavorare con lo USDA per chiudere il parco e trasportare gli animali in un santuario.

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VIETNAM, IL MAIALE DIMEZZATO PER SERVIRE DA PORTAFORTUNA

Pubblicato su da Grunf

PETIZIONE CONTRO IL RITO PER DOAN THUONG

Ogni anno, il 28 gennaio, nel villaggio Vietnamita di Nem Thuong ha luogo una cerimonia tradizionale durante la quale un maiale viene brutalmente tagliato in due mentre è del tutto cosciente.

Decine di persone accorrono per partecipare alla cerimonia in onore del guardiano Doan Thuong, la loro divinità. Durante il rituale, il suino è trasportato in processione attorno al villaggio, per essere poi collocato a terra a pancia in su. Gli assistenti gli legano gli arti e scoprono il ventre, finché un uomo colpisce l'animale e lo taglia a metà con una grossa lama. A questo punto, la folla si precipita attorno alla pozza di sangue, immergendovi le proprie banconote, nella credenza che questo sarà di buon auspicio per l'anno nuovo.

"Ancora una volta – osserva l'Oipa - sono gli animali a essere uccisi nel nome di assurdi e anacronistici festival tradizionali sporchi di sangue". L'organizzazione condanna questa insensata e disumana cerimonia e ne chiede l'immediata abolizione, invitando il governo vietnamita a promuovere occasioni celebrative non violente. Per sottoscrivere la petizione: http://www.oipa.org/italia/2013/appelli/vietnam_petizione.html

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