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animalismo

La pelliccia è MORTE

Pubblicato su da Ugo Pennati

La pelliccia è MORTE

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VIVISEZIONE, ANCHE LA UNITED AIRLINES FERMA I VOLI DELLA MORTE

Pubblicato su da Grunf

SOLO 4 I VETTORI INTERNAZIONALI ANCORA DISPONIBILI

In Nord America non ci sono più compagnie aeree commerciali disposte a trasportare primati destinati alla sperimentazione. L'ultima a cedere, dopo una lunghissima campagna degli animalisti americani, è stata la United airlines, che nei giorni scorsi ha reso pubblica sul proprio sito la nuova "Primate acceptance policy". La compagnia esclude esplicitamente la possibilità di trasportare primati provenienti da o diretti a istituti di ricerca. Inoltre, non sono accettati primati per la "pet industry", cioè il mercato degli animali da compagnia. Questa decisione renderà più e difficile e costoso l'approvvigionamento di primati da laboratorio negli Stati Uniti. In sostanza, secondo le valutazioni di Peta, rimangono solo quattro grandi vettori internazionali ancora disposte ad accettare "carichi" di questo tipo: Air France, China Eastern Airlines, Philippine Airlines e Vietnam Airlines. Air France si difende sostenendo che gli animali sono sempre stati trasportati in centri di ricerca che "rispettano la legislazione vigente e tutte le regole fissate dalle organizzazioni scientifiche specializzate nel benessere animale".

Nel 2010, secondo l'International Primate protection league, gli Stati Uniti hanno importato 21 mila primati, provenienti soprattutto dalla Cina.

La decisione di United airlines è commentata favorevolmente da Enpa.. "Questa – osserva una nota – è una vittoria importante per la nostra campagna contro i "voli della morte" e per il movimento animalista internazionale. Il numero crescente di compagnie aeree che hanno fattivamente preso posizione contro la sperimentazione dimostra che tale scelta di alto valore etico paga anche dal punto vista della "customer satisfaction", sia in Italia dove la stragrande maggioranza dei cittadini, com'è noto, è contraria alla sperimentazione sugli animali, sia nel resto del mondo dove cresce sempre di più l'opposizione alla vivisezione.

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SICILIA, LAV DENUNCIA ALLEVAMENTO ABUSIVO RIPRESO DA STRISCIA

Pubblicato su da Grunf

DA VALUTARE ANCHE LE OMISSIONI DELLE AUTORITÀ

Ieri sera, in un servizio su "Striscia la notizia" di Canale 5 (http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?16603), Edoardo Stoppa (Striscia la Notizia) ha rivelato l'esistenza di un allevamento abusivo di pecore nell'abitato di Partanna (Trapani). Palesi le condizioni di abbandono e maltrattamento degli animali, una pecora era morente, due agnellini erano in una piccolissima gabbia, così come era palese la loro mancata identificazione secondo legge. Una situazione incredibile sulla quale Sindaco e Servizio Veterinario pubblico non possono aver chiuso gli occhi per anni permettendo peraltro la vendita di carni non controllate.

La Lav ha deciso quindi di presentare una denuncia alla Procura della Repubblica di Trapani per reprimere il reato di maltrattamento di animali previsto dal Codice penale e ha chiesto l'immediato sequestro della struttura ai Carabinieri NAS.

Altrettanto grave, e quindi oggetto della stessa denuncia della Lav, la risposta che Edoardo Stoppa ha ricevuto al telefono dalla Polizia locale e ha mandato in onda: "Noi non possiamo intervenire perché abbiamo avuto direttive di non intervenire per ora. Non è che siamo autonomi e possiamo fare quello che vogliamo". Eppure vi è l'obbligo, per ogni operatore di Polizia, sulla base del Codice di procedura penale, di intervenire e reprimere i reati a danno degli animali al pari di ogni altro reato e dunque premesso che non era certamente libera scelta opzionale per l'interlocutore della Polizia locale decidere se intervenire o no a fronte di una denuncia non anonima e chiara e palese (come non è scelta opzionale tutti i giorni per qualsiasi altro organo di Polizia decidere e scegliere se intervenire o meno in questi casi) la Lav denuncia l'interlocutore della Polizia locale per il dichiarato omesso intervento dopo la denuncia segnalata da Stoppa.

In questa denuncia si chiede di far accertare alla Procura se il mancato intervento è iniziativa personale dell'interlocutore al telefono registrato da "Striscia la notizia" e - dunque - se l'omissione debba essere soltanto a lui addebitata o se invece, cosa ancora più grave, corrisponde al vero che - come ha inoppugnabilmente dichiarato - il Comandante abbia dato espressa disposizione per non intervenire (nel qual caso naturalmente la denuncia si estenderebbe automaticamente e a maggior ragione anche a carico del Comandante). La Lav chiede alla Procura della Repubblica di Trapani di valutare oltre al reato di omissione di atti d'ufficio, anche l'ipotesi di reato prevista dall'articolo 40 secondo comma del Codice penale chiamando a rispondere l'interlocutore e/o altri in concorso con il soggetto autore del reato di maltrattamento stesso in quanto tale articolo del codice penale prevede espressamente che un pubblico ufficiale che non interviene per reprimere un fatto, un reato che ha il dovere di reprimere, entra in concorso con il fatto illecito stesso insieme agli autori del reato che non ha represso.

La Lav sistematicamente procede a denunciare alle competenti Procure della Repubblica tutti quegli organi di polizia giudiziaria ai quali i cittadini si rivolgono per denunciare reati a danno di animali in flagranza ed essi organi rifiutano in modo omissivo il proprio intervento per reprimere gli stessi reati a danno degli animali. Esistono leggi da applicare e non ci sono reati di serie A e di serie B.

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CINA, ANIMALS ASIA SALVA SEI ORSI DA UN ALLEVAMENTO DELLA BILE

Pubblicato su da Grunf

IL SUCCO GASTRICO USATO NELLA MEDICINA TRADIZIONALE

L'associazione per il benessere degli animali Animals Asia ha ricevuto sei orsi in Cina ieri, dopo il Sichuan Forestry Department ha preso gli animali da un allevamento illegale in cui si estrae la bile. Le due organizzazioni hanno lavorato insieme per salvare gli orsi in un progetto interessato trattamento dei poveri ungulati che vengono tenuti in gabbie, al fine di raccogliere la loro bile che viene usata nella medicina tradizionale cinese.

Secondo Animals Asia, gli orsi in salvo erano in pessime condizioni. Le foto mostrano che avevano riportato ferite per le gabbie in cui erano tenuti e uno aveva anche gravi escoriazioni agli artigli.

"Se vai a vedere le zampe degli orsi, è ovvio che non sono stati in un posto sicuro per anni", ha detto Jill Robinson, fondatore e amministratore delegato del gruppo.

Molti degli orsi che vengono tenuti in isolamento per la loro bile sono orsi neri asiatici, spesso chiamati "orsi della luna", i quali sono classificati come specie "vulnerabile" da parte dell'Unione internazionale per la conservazione della natura.

Animals Asia, ancora, stima che più di 10.000 orsi vengono custoditi in Cina e circa 2.400 in più in Vietnam sono prigionieri delle "fattorie della bile".

Come ha scritto John Platt su Scientific American l'anno scorso, la pratica pare in contrazione in Corea del Sud, dove "il 90 per cento dei sudcoreani sostiene che l'allevamento degli orsi è inumano e chiede la fine della pratica nel Paese". Ma, nel contempo, ha osservato che la domanda di bile dell'orso è rimasta forte.

Non solo. Il produttore Andrea Hsu ha fatto sapere ad Animals Asia che la bile, estratta dalla cistifellea, non è difficile da trovare. "Sono entrato in una farmacia mentre andavo a cena e ho trovato un piccolo pacchetto di bile d'orso in polvere venduto per circa 1,20 dollari", ha scritto. "Viene usata per far abbassare la febbre e per trattare i problemi con gli occhi, tra le altre cose".

L'allevamento di orsi rimane legale in Cina, ma "il governo ha smesso di rilasciare nuove licenze nel 1994", ha concluso Hsu.

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Canada, dodici orche intrappolate sotto lo strato di ghiaccio

Pubblicato su da Grunf

La comunità Inuit ha chiesto l’aiuto del governo per salvare gli animali che si trovano in grave pericolo

Il governo canadese sta cercando il modo di salvare dodici orche assassine (Orcinus orca) rimaste intrappolate sotto una spessa coltre di ghiaccio nella baia di Hudson, a nord del Quebec. Questi animali marini che respirano tramite uno sfiatatoio posto sull’estremità della testa, hanno dunque la necessità di solcare periodicamente la superficie o di nuotare sul livello di essa per poter sopravvivere. Con l’estesa ghiacciata invernale la loro vita è posta seriamente in pericolo.

Al momento le orche sono riuscite a creare un buco nel ghiaccio largo circa quanto un furgone, da cui a turno si affacciano per respirare. Ovviamente si tratta di un escamotage adottato in via temporanea, perchè solo un ristretto numero di orche alla volta (massimo 3) può sfruttare il varco ottenuto. Inoltre, a causa delle basse temperature, vi è sempre il pericolo che l’acqua torni a ghiacciare, occludendo il prezioso spiraglio. Si rende perciò necessario l’intervento dell’uomo per salvare le orche da una morte altrimenti certa. La popolazione Inuit ha dunque richiesto al governo canadese di inviare dei rompighiaccio al più presto, perchè la comunità locale composta da 1.800 persone non possiede i mezzi per far fronte a questa situazione.

“Sono intrappolate” ha affermato il sindaco della comunità Peter Inukpuk alla radio CBC mercoledì. “Sembrano, di volta in volta, farsi prendere dal panico. Ogni tanto vanno via per un po’ di tempo, probabilmente alla ricerca di un altro spazio aperto, che però al momento non sono in grado di trovare”. Ci si augura dunque che l’appello del sindaco venga ascoltato e che si provveda a questa situazione nel minor tempo possibile. Il Dipartimento degli Oceani e della Pesca del governo canadese sta esplorando ogni possibilità a riguardo, e assicura che troverà una soluzione al più presto.

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LUGANO, IN SALVO IL CANE DELLA VERGOGNA

Pubblicato su da Grunf

QUASI SENZA PELO, AFFAMATO E CON FERITE SU TUTTO IL CORPO

Un cane rimasto quasi senza pelo, con la rogna, con piaghe e ferite sparse su tutto il corpo. Era costretto a dormire in uno spazio piccolo, al freddo, tra i suoi escrementi. Il suo proprietario, residente in una località nella zona di Lugano, spesso lo lasciava senza cibo e lo trascurava. Ma i volontari dell'associazione "Angels 4 animals" sono riusciti a salvarlo. E adesso attaccano: "Il caso era già stato segnalato diverse settimane fa dai vicini sia al veterinario cantonale, sia alla protezione animali. Ma nessuno è intervenuto. A quel punto hanno chiamato noi. Siamo riusciti a salvare il cane in tempo, non avrebbe resistito ancora a lungo in quelle condizioni".

Le immagini, tra l'altro, sono forti e mostrano l'animale barcollante che a fatica riesce a stare in piedi. Lo hanno già ribattezzato il "cane della vergogna". Eppure, non si tratta di un caso isolato. "Le segnalazioni riguardanti gli animali domestici maltrattati sono in aumento – spiega Luca Bacciarini, dell'Ufficio del veterinario cantonale – ne riceviamo almeno 1-2 a settimana. Forse anche perché è aumentata la sensibilità nei confronti degli animali".

I medici cantonali fanno sapere: "Era una situazione nota da tempo. Siamo già intervenuti più volte presso il proprietario, la stessa cosa ha fatto l'autorità comunale. Proprio in queste settimane era stato programmato l'ennesimo controllo". Poi Bacciarini insiste: "Se la situazione è oggettivamente grave, si interviene subito, anche con il sequestro dell'animale. Di solito, però, si ordina al proprietario di ripristinare una tenuta corretta degli animali e solo se questo non viene fatto si prendono ulteriori misure. Noi dobbiamo in ogni caso muoverci all'interno della legalità. Anche in questi casi il proprietario di animali ha il diritto di contestare le misure e di ricorrere contro di esse".

In pratica, di regola non si può andare a casa di una persona e portargli via subito la bestiola. "C'è un iter da seguire. Per le nostre attività di controllo possiamo collaborare con l'autorità comunale, affidando l'azione alle società di protezione degli animali, tramite ispettori o nostri collaboratori. Anche le società per la protezione degli animali devono operare rispettando la legge, inoltre non possono intervenire direttamente sequestrando un animale, perché non hanno funzione di 'organo di polizia' come i nostri collaboratori".

I volontari di "Angels 4 animals", dal canto loro, non le mandano a dire: "C'è troppa burocrazia. La nostra è un'associazione privata, noi il cane lo abbiamo portato via in mezzora e con il consenso del padrone". In questo momento, il cane salvato nel Luganese si trova in una famiglia affidataria ed è in cerca di un nuovo proprietario. Chi volesse adottarlo o aiutarlo - fanno sapere dall'associazione - può scrivere a info@angels4animals.ch.

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MILITANTI ALF LIBERI SUBITO!!!!

Pubblicato su da Grunf

ALMENO 4 ATTACCHI. PRESO UN 22ENNE, ALTRI DUE RICERCATI

Traditi dai video postati sul web con gli attacchi messi a segno a nome dell'Alf, l'Animal liberation front. Così gli inquirenti sono riusciti a risalire al commando di tre persone, accusate di aver compiuto almeno quattro attentati in Toscana tra l'ottobre e il dicembre 2012. E' quanto emerge dall'inchiesta della sezione Antiterrorismo della Digos fiorentina, che ha portato all'arresto di un ragazzo di 22 anni, di Firenze, con l'accusa di essere uno degli autori dell'attentato incendiario firmato Alf, messo a segno la notte del 31 dicembre scorso, nella ditta Centro Latticini srl di Montelupo Fiorentino (Firenze).

Secondo quanto scoperto dagli investigatori, uno dei tre componenti del gruppo postava su internet i video delle azioni dimostrative. Da lì, gli inquirenti sono risaliti alla sua identità e a quella dei complici. Il primo blitz del commando risale all'8 ottobre 2012, quando vennero sabotati gli impianti di un salumificio di Monteriggioni (Siena). Il 28 ottobre, poi, i tre diedero fuoco ad un camion e ad un'autorimessa di una ditta che lavora gli scarti della macellazione, a Rignano (Firenze), e il 25 novembre incendiarono un camion dei macelli comunali di San Giovanni Valdarno (Arezzo). Come appurato dalle indagini condotte, i cellulari dei tre erano agganciati alle celle telefoniche delle ditte colpite nell'orario degli attentati.

Il blitz incendiario del 31 dicembre, a Montelupo, oltre alla distruzione dei furgoni, ha provocato gravi danni anche al capannone di stoccaggio merci dell'azienda. Il giovane fermato per i reati di concorso in incendio, aggravato dalla finalità di terrorismo, si chiama Filippo Serlupi d'Ongran ed è il discendente di una nobile casata. Stando agli accertamenti dagli inquirenti, il ragazzo ha agito insieme a due complici, entrambi identificati dalle forze dell'ordine ma al momento irreperibili: fuggiti all'estero, risultano al momento ricercati. Sono - scrive "Repubblica" - Lorenzo Oggioni, di Scandicci, che nel 2010, per un anno, aveva aderito alla Lida (Lega italiana diritti animali) e Luca Bonvicini, di Reggio Emilia. I tre non risultano legati ad alcun gruppo ambientalista. Invece l'Alf, che si propone di colpire le attività economiche fondate sullo sfruttamento degli animali, è stato inserito tre anni fa dal Consiglio d'Europa nell'elenco delle organizzazioni terroristiche "monotematiche". Più che di un'organizzazione, si tratterebbe di un'etichetta per coprire azioni violente contro allevamenti, centri di sperimentazione, circhi etc.

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I Dieci comandamenti del Cane!

Pubblicato su da Ugo Pennati

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Un delirio chiamato vivisezione

Pubblicato su da Ugo Pennati

Un delirio chiamato vivisezione

Di Jole Dessi:

Il primo di questi mostri era una scimmia di tessuto che, a comando o secondo un programma, emetteva aria compressa ad alta pressione in grado di staccare la pelle dal corpo dell'animale. Cosa fece il cucciolo?

Si aggrappò sempre più stretto alla madre, come un bambino spaventato che si attacca a tutti i costi alla madre.

Non è stata riscontrata alcuna forma di psicopatologia. Ma non ci siamo arresi.

Costruimmo una nuova madre surrogata mostruosa che avrebbe ruotato su se stessa così violentemente da fare tremare i denti e il capo del cucciolo.

Il cucciolo si aggrappava lo stesso a lei quanto più forte poteva. Il terzo mostro che creammo aveva al suo interno una struttura di fili di ferro che al momento decisivo fuoriusciva e respingeva il cucciolo staccandolo dal ventre.

Il cucciolo aspettava a terra che il filo metallico rientrasse nel corpo del mostro per poi riabbracciare la madre surrogata.

Per ultima costruimmo una "madre porcospino", in grado di far fuoriuscire dalla sua superficie ventrale una serie di aculei metallici.

I cuccioli ne erano terrorizzati ma aspettavano semplicemente che gli aculei rientrassero per abbracciare di nuovo le madri.

Qualcuno potrebbe pensare che questa descrizione sia frutto di un regista di film dell'orrore.

Sono invece le parole di Hanry Harlow..

Harlow ha studiato in particolare gli effetti della deprivazione materna e dell'isolamento, soprattutto nei cuccioli di scimmia.

Nel primo caso ai neonati veniva tolta la madre e lasciati soli o in compagnia di "mostri" come quelli sopra descritti. Nel secondo caso le piccoli scimmie erano messe in isolamento sociale e sensoriale, ossia erano chiuse in stanze buie e insonorizzate, quando non venivano loro cucite le palpebre.

Di tanto orrore, per cui non esistono parole sufficienti per descriverlo, l'aspetto che lascia più esterefatti è la constatazione che tali sadiche e criminali nefandezze vengano ancora fatte studiare nelle università.

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Usa collari elettrici :(((

Pubblicato su da Ugo Pennati

Usa collari elettrici :(((

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