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Mario Monti: tutto quello che tocca si trasforma in merda

Pubblicato su da Ugo Pennati

Mario Monti: tutto quello che tocca si trasforma in merda

Come sostiene Gary North, autore di un bellissimo libro intitolato “Cos’è il denaro”, ”ogni classe politica ha bisogno dei suoi profeti di corte. Ogni establishment bancario ha bisogno di politici che eseguano i loro ordini”. In Italia, dove non ci viene fatta mancare alcuna porcheria, l’ultimo dei chiaroveggenti si chiama Mario di nome e Monti di cognome. L’oracolo venuto da Bruxelles, che ha frequentato la Bocconi, ma anche i libri paga di Goldman Sachs, oggi – con tutte le telecamere puntate addosso – ha esternato: “Il governo è impegnato in una ‘guerra di civiltà’, quella contro l’evasione fiscale”. Bravoooo! Applausi e standing ovation di rito lo hanno subito inorgoglito! Queste parole, le ha pronunciate intervenendo alla Fiera del Levante, un baraccone statalista il cui simbolo è Niki Vendola, e tanto basta! Gasato per gli applausi ha rimarcato: “Alcuni aspetti di quello che facciamo a volte danno l’idea di una guerra e sono contro fenomeni che minano alla radice la fiducia di ciascuno verso il vicino, il lontano, lo Stato”.

Quando io sento un parassita che viene a spiegarmi che devo consegnare i tre quarti del frutto del mio lavoro ad una “banda criminale” – così definiva il libertario Lysander Spooner il governo – mi prudono ipso facto le mani. Non facendo parte di quella schiera di lobotomizzati dall’indottrinamento statale, a differenza di “Super-Mario” ho un’idea diversa della sua a proposito di governo. Un’idea originale e antitetica a quella che appartiene ai “Monti-boys”, che mi son fatto prendendo spunto da letture e libri che negli atenei italici manco conoscono o sono messi all’indice.

Tibor Machan, pure lui professore d’Università, mi ha insegnato, ad esempio, che ”sì, magari ci possono anche essere dei momenti in cui la richiesta di più soldi, da conferirsi al governo, sia giustificabile, ma nel complesso, guardatevi bene alle spalle, perché lo Stato, a nulla rilevando i motivi – pretenderà e vi arrafferà sempre più soldi, in qualsiasi momento, a prescindere se di pace o di guerra, nei periodi di benessere come nella crisi, di notte e di giorno”. Sembra l’abbia scritta pensando all’attuale presidente del Consiglio, no? George Washington, primo presidente Usa affermava: “Il governo non è ragionamento, non è eloquenza, è potere”! Dal profano passiamo al sacro, che tra Papi e cardinali contornano la vita del premier milanese. Pio XI, nella Quadragesimo Anno, ebbe a dire: “Come non è lecito togliere agli individui ciò che essi possono compiere con le forze e con l’industria propria per affidarlo alla comunità, così è ingiusto rimettere a una maggiore e più alta società quello che dalle minori e inferiori libere comunità si può fare. Ne deriverebbe un grave danno e uno sconvolgimento del retto ordine della società”. George Bernard Shaw, morto nel 1950 e forse preveggente, aveva addirittura previsto di quali porcate il keynesiano Monti sarebbe stato capace, e ammoniva: “Un governo che ruba a Peter per pagare Paul può sempre contare sull’appoggio di Paul”. E, come sappiamo bene, nelle fiere del levante i Paul riescono finanche a moltiplicarsi per partenogenesi!

Potrei continuare a lungo, considerato che la letteratura anti-dispotica abbonda di sani pensatori. Dato, però, che oggi il quaquaraquà messo a Palazzo Chigi dall’ominicchio che sta sul colle – in pieno delirio di onnipotenza – ne ha sparata una ancora più grossa del solito, vorrei chiudere con il buon, saggio e disubbidiente Henry David Thoureau. Vediamo un po’: cosa ha asserito Monti, citando – tutto impettito – il suo governo farcito di inquisiti? Beccatevi questa: “Abbiamo evitato il tracollo dell’Italia”. Peccato! Ancora, beandosi altezzoso ha insistito: “Condividerei le critiche se dimenticassi la sfida che ci siamo trovati ad affrontare”. Della serie, io sono superman e voi siete ‘na pippa.

Il buon Jefferson – non quello della sit-com american-ridanciana, ma il secondo presidente degli Stati Uniti – amava ricordare che “il governo migliore è quello che governa meno”. Thoreau, eccoci arrivati finalmente al mio beniamino, andava oltre e spiegava che “il governo migliore è quello che non governa affatto”.

Te capit Monti? Se lei se ne fosse andato qualche annetto fa alle Barbados (portandosi dietro i Prodi, i D’Alema, gli Amato e tutta la compagnia ladrante), oggi non saremmo nelle miserabili condizioni in cui ci ha ridotto a suon di gabelle banditesche e leggi demenziali. Le do un consiglio gratis per chiudere: ascolti di più i Beatles e a proposito di “governo e civiltà” scoprirà che Ringo Starr sosteneva che “tutto quello che il governo tocca si trasforma in merda”.

Scommetto che non sapeva di essere un grande alchimista?

lindipendenza.com

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