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MONTICHIARI (BS), IN DUEMILA ALLA FIACCOLATA CONTRO GREEN HILL

Pubblicato su da Grunf

RINVIATI L'UDIENZA PER GLI ATTIVISTI DEL 28 APRILE

Di nuovo all'attacco. Ieri pomeriggio, chiamate a raccolta da Animal Amnesty, più di duemila persone, forse addirittura tremila, sono arrivate a Montichiari da ogni parte d'Italia per partecipare ad una fiaccolata organizzata per tenere alta l'attenzione nei confronti di Green Hill, dopo il sequestro della scorsa estate, e dei problemi ancora aperti. La prossima settimana, infatti, si attende la sentenza sul ricorso presentato dai proprietari del canile, che hanno contestato il sequestro della struttura. È chiaro che se la sentenza fosse favorevole a Green Hill, si aprirebbe un nuovo caso, con l'azienda che potrebbe chiedere di riavere indietro i propri cani.

Sta di fatto che, come hanno ribadito ieri a Montichiari i proprietari di alcuni beagle ricevuti in affido, "non se ne parla neanche di riconsegnare i cani". Ma - come suggerisce il Giornale di Brescia - la proprietà di Green Hill potrebbe non avere alcun interesse a chiedere la restituzione degli animali, che, una volta usciti dal canile, non possono più servire per la sperimentazione. Piuttosto, se la sentenza fosse favorevole, la proprietà potrebbe invece chiedere una sorta di risarcimento per il danno subito.

Gli attivisti, che lo scorso 28 aprile avevano liberato una sessantina di cani, e che per questo erano stati fermati, avrebbero dovuto andare a processo martedì prossimo. Per un difetto di notifica, però, l'udienza sarebbe stata rinviata.Non a caso, alla fiaccolata erano in vendita magliette e gadget per raccogliere soldi da destinare alle spese legali. "Sono certo - ha detto Fabio, uno dei giovani finiti sotto processo -, che usciremo vincitori, perché non abbiamo fatto niente di male: abbiamo solo ridato la libertà ad animali a cui era stata tolta". Rinviato di conseguenza anche il presidio fuori dal Palagiustizia di Brescia "in sostegno alle persone imputate della liberazione del 28 aprile" . Gli attivisti del Coordinamento, come annunciano dal loro sito web, vogliono sostenere gli attivisti sotto processo perché "quei cani liberati hanno dato un contributo unico' a squarciare 'quel velo di silenzio e segretezza che avvolge da sempre gli orrori della vivisezione. Chi li ha liberati non ha commesso altro se non un atto dovuto e doveroso".

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